il cuore di roma rifiuta la guerra: come è andata….

report e corrispondenze radio da alcuni partecipanti all'iniziativa di sabato 9 mattina in trastevere contro la visita di Bush

IL CUORE DI ROMA RIFIUTA LA GUERRA

musica, striscioni, comunic/azione ed una partita di calcetto S.Maria 

 

corrispondenze radio 

http://www.globalproject.info/IMG/mp3/1210_roma-2.mp3 

http://www.ondarossa.info/audio/2007_06_9_2454.mp3 

 

La nostra protesta contro la visita di Bush a roma è iniziata dalla sera dell'8 quando abbiamo dato vita a una festa di liberazione dalla scuola in "piazzetta" a San Lorenzo dove abbiamo distribuito volantini, cd masterizzati, offerto da bere, appeso striscioni, provando a far vivere come piacerebbe a noi, per ora per una sera sola, un pezzo di città, riprendendocela e dando vita ad una socialità diversa e libera.

Alla fine Bush ha rinunciato alla visita a Trastevere. Motivi di sicurezza? Motivi logistici? Ci piace pensare che sia stato anche un pò merito nostro e di tutto il quartiere che a questa visita si opponeva con forza.

Nonostante la mancata visita di Bush si è tenuto ugualmente il presidio in piazza Campo de Fiori, che ha visto una cinquantina di studenti e compagni attorno alla statua di Giordano Bruno dare vita ad un iniziativa comunicativa.Megafonando, volantinando, attaccando striscioni.

Da Campo De Fiori ci siamo poi spostati, tutti assieme e con la musica a palla, verso Santa Maria in Trastevere (proprio dove sarebbe dovuto andare bush).

E, proprio in mezzo a Santa Maria, abbiamo dato il via ad una partita di pallone in piazza. Un quartiere che doveva essere completamente blindato e chiuso ce lo siamo ripreso protestando contro la guerra, parlando con la gente, festeggiando la liberazione da un ennesimo anno di scuola.

La reazione della cittadinanza quando siamo passati per le vie del centro è stata di totale solidarietà: applausi, striscioni contro Bush e bandiere della pace appesi alle finestre, saluti.

Tutto quello che abbiamo fatto la mattina del 9 si è svolto però in una cornice assurda e preoccupante: una città completamente blindata e militarizzata dove era impossibile muoversi liberamente, una città dove fermi ed intimidazioni quella mattina sono stati la regola.

Poco prima del presidio una quindicina di compagne e compagni che facevano colazione sono stati fermati, identificati e perquisiti da una squadra di poliziotti in borghese. Anche dopo,  più di una volta siamo stati rifermati spostandoci per il centro. Ma, nonostante la natura intimidatoria di questi fermi, abbiamo continuato a manifestare il nostro dissenso verso le politiche di guerra di Bush e del governo Prodi.

 

REPORT DELLA MATTINA DEL 9 GIUGNO A CURA DI ALCUNI DEI PARTECIPANTI 

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