professori o poliziotti?

Non solo in Italia è stato rimesso in discussione il ruolo che il professore deve avere nel controllo dello Studente: dall'Inghilterra arriva un nuovo decreto agghiacciante…

In questi giorni le scuole inglesi si stanno adattando a un nuovo sistema di controllo, che vede accentrare nel professore la figura di insegnante e "moralizzatore".

Ai professori sarà concesso sequestrare telefonini ed Ipod, perquisire a piacimento i ragazzi alla ricerca di coltelli, armi di vario tipo o droga. Non basta: il professore sarà autorizzato ad intervenire con la forza contro i più recalcitranti ad accettare il volere di questi, punendo quindi fisicamente le trasgressioni.

I ragazzi potranno essere obbligati a tornare fuori orario a scuola, persino ad andarci di sabato (che, contrariamente da noi, è un giorno di vacanza). Ma il dovere del nuovo professore non finisce quì. Il suo compito sconfina dai cancelli della scuola, poichè egli dovrà intervenire anche nella vita "privata" degli studenti, i quali potranno andare incontro a punizioni anche se il "reato" è commesso fuori dall'edificio scolastico: infatti, se visti dal proprio professore, questi dovrà intervenire e punirli con sanzioni che avranno effetto sulla loro vita scolastica.

Questa legge, chiamata "Education and Ispections Act", e fortemente voluta dal ministro dell'istruzione Alan Jhonson,  è condivisa persino dal sindacato nazionale dei professori, il quale chiede solamente che il ministero spieghi per bene questa nuova legge alle famiglie…

 

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Qualche nostro appunto… 

Il nuovo modello che si va affermando, ancora bonariamente in Italia (con i decreti di Fioroni sul coinvolgimento per contratto dell'insegnante nelle azioni dello Studente), e duramente in Inghilterra, segnano il tentativo da parte di questi governi di incanalare e cancellare ogni possibilità d'azione dello studente, in maniera tale che egli non abbia più la capacità di riflettere sulle proprie condizioni e situazioni ed agire, bensì che egli si concentri solamente sullo studio, rimanendo intrappolato nella realtà creata e voluta da professori e politici, fermo al banco e chino ad eseguire ciò che gli viene detto.

Non solo: l'inasprimento del controllo sugli studenti risponde anche alla logica di cancellare dalle loro menti la riflessione e l'indignazione per le proprie condizioni di vita, collaborando così alla creazione di un futuro lavoratore – perfetto che si curi solamente di produrre senza protestare o agire per il proprio bene.

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